Verbi lugnanesi

[versione obsoleta, in via di aggiornamento]

Ntu sta pàgina c’ë calche tàvola verbële présa dela Grammatica del dialetto di Lugnano, seconda edizione. P’ancumincë, ëcco i vèrbi auśijëri e i iśëmpji dele cugnugazióni reguolëri, piò ci ne saran mési tra n pò. Se cunséjja de vedëlli ntu l cumpiute, perchë ntu l teléfono c’ë chëśo che se lèggon mële.

In questa pagina ci sono alcune tavole verbali tratte dalla Grammatca del dialetto di Lugnano, seconda edizione. Per iniziare, ecco i verbi ausiliari e gli esempi delle coniugazioni regolari, altri saranno aggiunti prossimamente. Si consiglia a visione a computer, perché sugli smartphone le tabelle potrebbero non essere visualizzabili correttamente.

VERBI

Per brevità non scriveremo i tempi composti che si formano con il participio passato (indicato con quello presente al masch. sing.). Il passato remoto è praticamente inutilizzato e si è deciso per ora di non trattarlo, sebbene si rilevino, specialmente cristallizzate nei racconti popolari, forme del tipo «portetti, maggnetti» per «portai, mangiai» etc. Si indica invece il gerundio, anche se poco frequente, dato che per le azioni continuate si usa l’indicativo (in castellano ha preso piede anche la forma stò a + infinito). Si segnala che la prima persona plurale ha anche la forma con il «si» (più moderna e oggi forse la più usata) formata con la terza singolare come in toscano (nojaltri se maggna tardi, «noi mangiamo tardi, noi si mangia tardi»), ma che qui non sarà esplicitata. Inoltre si ha e chiusa nella prima coniugazione dove la maggior parte dei dialetti vicini mostra ë, ovvero si ha porténo, portéte, portéo contro portëmo, portëte, portëo etc. per «portiamo, portate, portavo» e, come si vede, anche n per m nella prima persona plurale dell’indicativo presente (canténo e non cantëmo per «cantiamo» e così per tutte le coniugazioni, con ovviamente ‑ino, nella quarta), nonché la desinenza in ‑mmo della prima plurale dell’indicativo imperfetto (cantëmmo, credëmmo, vedëmmo, partémmo, «cantavamo, credevamo, vedevamo, partivamo»). Alcune forme di imperativo alla seconda plurale possono prevedere anche forme apocopate, come (a)scoltè / (a)scoltë per (a)scoltéte (ascoltate), sintì per sintite (sentite), tinì per tinite (tenete) etc. Generalmente il participio passato non concorda con l’oggetto nei casi in cui tale concordanza è facoltativa in italiano (prima e seconda persona sing. o plur.): L’altro giŏrno t’ò vésto al mëre e non t’ò vésta.

Ausiliari

 Essere

Infinito

Participio

Gerundio

èsse1

(ènte)

stëto

e(s)sèndo

Indicativo

presente

imperfetto

futuro semplice

ë

éro

éri

éra

sarò

sarë

sarà

séno

séte

ènno

arëmmo, fómmo

éri

érono

saréno

saréte

saranno

Congiuntivo

presente

imperfetto

sìa, sìi

sìa, sìi

sìa, sìi

fóssi

fósti

fósse

sémo, séno

séte

sìono

fóssimo, fómmo

fósti

fóssono2

Imperativo

èsse3

séte

Condizionale

presente

sarébbi

sarésti

sarébbe

sarémmo, sarébbimo, (saréssimo, sarëssimo)4

sarésti

sarébbono

Avere

Infinito

Participio

Gerundio

(a)è

(a)ènte

(a)uto

(a)èndo

Indicativo

presente

imperfetto

futuro semplice

ò

ë

à

(a)éo

(a)éi

(a)éa

arò

arë

arà

(a)éno

(a)éte

ànno

(a)ëmmo

(a)éi

(a)éono

aréno

aréte

aranno

Congiuntivo

presente

imperfetto

abbji, abbia

abbji, abbia

abbji, abbia

(a)ëssi

(a)ësti

(a)ësse

(a)émo, (a)éno

(a)éte

àbbiono, àbbjino

(a)ëssimo, (a)ëmmo

(a)ësti

(a)ëssono

Imperativo

(a)è

(a)éte

Condizionale

presente

arébbi

arésti

arébbe

arémmo, arébbimo, (aréssimo)

arésti

arébbono

Verbi regolari

Si considerano quattro coniugazioni, classificando i verbi in base alla desinenza dell’infinito come segue:

I

II

III

IV

-e / -i (atone)

I verbi della IV possono avere forma «incoativa», ovvero la desinenza in «-isco», vedi capì. La terza coniugazione può avere, a seconda dei verbi, sia ‑e che ‑i all’infinito (e alla terza persona singolare), la seconda forma la si incontra soprattutto in verbi il cui tema finisce per c(i), g(i), jj (cóci, fréggi, còjji, ma in alcune parlate dell’area lugnanese pure in ulteriori casi: méti, mëtti, crédi etc., ovvero «cuocere, friggere, cogliere, mietere mettere, credere» e «cuoce, frigge, coglie, miete, mette, crede»). Alcuni verbi appartengono a diversa coniugazione rispetto all’italiano, ciò accade spesso per quelli che passano dalla seconda alla terza con arretramento dell’accento (in lugnanese questo specifico fenomeno è sporadico e comunque con coesistenza di entrambe le forme, ma pare molto più frequente in area eugubina). Esempi di verbi che possono presentare forme di diversa coniugazione (la forma lugnanese più genuina è in genere la prima): tossë / tussì (tossire), sëggni / seggnë (segnare) e composti, scéde / scedè (sedere),, tëci / tacè (tacere), dulì / dolè (dolere) etc. Si aggiunge benedì / binidì (benedire) che si coniuga sia come composto diche come verbo incoativo presentando desinenze del tutto analoghe a capì.

Prima coniugazione: cantare

Infinito

Participio

Gerundio

cantë

cantante

(canto)

cantëto

cantando

Indicativo

presente

imperfetto

futuro semplice

canto

canti

canta

cantéo

cantéi

cantéa

cantarò

cantarë

cantarà

canténo

cantéte

càntono

cantëmmo

cantéi

cantéono

cantaréno

cantaréte

cantaranno

Congiuntivo

presente

imperfetto

canti

canti

canti

cantëssi, cantéssi

cantësti

cantësse

cantémo, canténo

cantéte

càntino, càntono

cantëssimo, cantëmmo

cantësti

cantëssono

Condizionale

presente

cantarébbi

cantarésti

cantarébbe

cantarémmo, cantarébbimo, (cantaréssimo)

cantarésti

cantarébbono

Imperativo

canta

cantéte

Il congiuntivo con valore esortativo è quasi sempre preceduto da che. Come gentilezza rivolta direttamente, col «lei» o il «voi», esso è al presente (che (léi) péjji na fëtta de crostëta!; che (vò) piéte n cioccolatino!), è all’imperfetto se rivolto a terze persone e nelle subordinate (quando èn prŏnti, che me l portëssono; si me vóle, déggni che me chjamësse al teléfono), meno usato è alla seconda singolare, (poiché si preferisce l’imperativo), ma per un modo più formale e pacato si può comunque utilizzare il congiuntivo presente (che me scrivi n mesaggio, cossè c’arpènso; si n me troéte, che me féte cerchë da Marco). Il congiuntivo è prevalentemente all’imperfetto quando ha tono aggressivo e di imprecazione, anche alla seconda persona (che piësti fóco!; che stësse zétto!; che gésson vìa!), tuttavia l’uso del presente è una quasi altrettanto frequente alternativa quando il soggetto del verbo non coincide con coloro a cui ci si rivolge direttamente (chètte nésse… / vènghi…, che ve piësse… / che ve péjji… etc.). In alcune subordinate, ad esempio nelle concessive, si utilizza a volte il congiuntivo imperfetto anche in riferimento ad azioni che si svolgono nel presente e il trapassato per azioni concluse (altrimenti è forse preferito l’indicativo, più che il congiuntivo): benanche fósson dùe n fan per uno!, benchë ësson fatto le pëci védo che ncóra discùtono.

Molti verbi hanno più forme di participio possibili. Vi sono alternative come scéso / scënto1 e casi delle cosiddette forme a suffisso zero, concomitanti con altre più regolari, come, ad esempio, créso / criduto, pòrto / portëto etc. Il fenomeno non è frequentissimo in lugnanese (che utilizza normalmente le sole forme divenute aggettivi, su tutte cŏmpro, ovvero «comprato, non fatto in casa», ṡbròjjo, «vuoto, svuotato» e sfŏndo, «sfondato, senza fondo»), ma non è raro; ciò diviene invece maggiormente una consuetudine in dialetti limitrofi, come nel cortonese o l’aretino, ma anche nell’eugubino. Si segnala inoltre il verbo mëtte («mettere») con participio passato méso, ma anche mësso o mittuto (in eugubino, anche verbi che sono della prima coniugazione possono avere participio in –uto come tocchë, però solo nella specifica accezione di «dovere», che ha toccuto).

1 Si approfitta per segnalare che «scendere», come altri verbi di movimento quali muntë o picchjë per «salire», hanno anche uso transitivo: ò da scënde la spésa dela mëchina, pécchjo le valigi e pù partino, ò muntäto m‑a Marco chë éra armasto a piédi («devo togliere la spesa dalla macchina, metto dentro le valigie e poi partiamo, ho fatto salire Marco perché era finito appiedato» nell’ultimo caso vi è foderatura dativale).

Seconda coniugazione: vedere

Infinito

Participio

Gerundio

vedè

vedènte

vésto, viduto

vedèndo

Indicativo

presente

imperfetto

futuro semplice

védo

védi

véde

vedéo

vedéi

vedéa

vedarò

vedarë

vedarà

vedéno

vedéte

védono

vedëmmo

vedéi

vedéono

vedaréno

vedaréte

vedaranno

Congiuntivo

presente

imperfetto

védi, véda

védi, véda

védi, véda

vedëssi

vedësti

vedësse

vedémo, vedéno

vedéte

védino, védono

vedëssimo, vedëmmo

vedësti

vedëssono

Condizionale

presente

vedarébbi

vedarésti

vedarébbe

vedarémmo, vedarébbimo, (vedaréssimo)

vedarésti

vedarébbono

Imperativo

védi

vedéte

Terza coniugazione: credere

Infinito

Participio

Gerundio

créde

credènte

créso, criduto

credèndo

Indicativo

presente

imperfetto

futuro semplice

crédo

crédi

créde

credéo

credéi

credéa

credarò

credarë

credarà

credéno

credéte

crédono

credëmmo

credéi

credéono

credaréno

credaréte

credaranno

Congiuntivo

presente

imperfetto

crédi, créda

crédi, créda

crédi, créda

credëssi

credësti

credësse

credémo, credéno

credéte

crédino, crédono

credëssimo, credëmmo

credësti

credëssono

Condizionale

presente

credarébbi

credarésti

credarébbe

credarémmo, credarébbimo, (credaréssimo)

credarésti

credarébbono

Imperativo

crédi

credéte

Quarta coniugazione: partire

Infinito

Participio

Gerundio

partì

(partènte)

partito

partèndo

Indicativo

presente

imperfetto

futuro semplice

parto

parti

parte

partìo

partìi

partìa

partirò

partirë

partirà

partino

partite

pàrtono

partémmo

partìi

partìono

partiréno

partiréte

partiranno

Congiuntivo

presente

imperfetto

parto, parta

parti, parta

parte, parta

partéssi

partésti

partésse

partimo, partino

partite

pàrtino, pàrtono

partéssimo, partémmo

partésti

partéssono

Imperativo

parti

partite

Condizionale

presente

partirébbi

partirésti

partirébbe

partirémmo, partirébbimo, (partiréssimo)

partirésti

partirébbono

1 L’infinito riflessivo “esserci” è èccise.

2 Le desinenze di terza plurale atone più genuine sono in -ono, ma coesistono con le più italianizzanti in -oro che però non verranno indicate.

3 La seconda persona singolare degli ausiliari corrisponde all’infinito (èsse bóno, “sii buono”; aè pacènza, “abbi pazienza”).

4 Le ultime due forme sono rare a Lugnano, ma presenti altrove. Di qui in avanti scriveremo per brevità solo quella con é, pur essendo equivalenti.